Dario Romano: ecco perché venerdì prenderò le parti di Andrea Orlando
17/04/2017 – Venerdì 21 alle ore 21:00 presso l’Auditoriom San Rocco Vivere Senigallia organizza un dibattito tra tre esponenti del PD. Dario Romano che sostiene la candidatura di Andrea Orlando, Michele Castestelli che sostiene Matteo Renzi e Gianluca Fioretti che prende le parti di Michele Emiliano. In attesa del dibattito oggi abbiamo intervistato Dario Romano.
Vivere Senigallia: Presentati in tre righe.
Dario Romano: Dario Romano, 30 anni, laurea magistrale in Economia e Commercio Internazionale. Lavoro come consulente aziendale. Da circa 7 anni sono amministratore presso il Comune di Senigallia, prima come consigliere e ora come Presidente del Consiglio Comunale. Prima di entrare in politica ho lavorato tra Bruxelles e Strasburgo presso le istituzioni europee e nella delegazione della Regione Marche a Bruxelles.
VS: Perché voterai alle primarie del PD?
DR: L’unico modo per non subire le scelte è quello di farle. E il Partito Democratico permette agli elettori, non solo agli iscritti, di poter decidere il prossimo segretario. Segretario che non deve necessariamente coincidere con il candidato premier, a nostro avviso.
VS: Perché voterai per Orlando? Quali sono i motivi della la tua scelta?
DR: Abbiamo bisogno, in questa fase, di un Partito che sappia nuovamente ascoltare la base prima di imporre le proprie scelte. Siamo passati da anni di indecisionismo e di attendismo ad un decisionismo politico che purtroppo ha creato diverse criticità e tensioni nel tessuto sociale. La realtà è che ci vuole una giusta mediazione con i corpi intermedi, i quali non dovrebbero ostacolare processi di riforma, ma condividerli. Questo Orlando lo afferma chiaramente nella propria mozione
Un altro motivo sta nella mancata analisi del post 4 dicembre –il sottoscritto ha votato convintamente SI-. Non ho condiviso un campagna referendaria impostata sulla personalizzazione e sulla demagogia: non si può giustificare una riforma costituzionale con il presunto abbattimento dei costi della politica…non basta! Non avere compreso che il 70% degli italiani ha votato contro un modo di governare e non contro la riforma, purtroppo, rischia di lasciare pesanti strascichi nel futuro della gestione del Partito e del Governo. Orlando batte molto su questo punto ed è l’unico dei candidati che lo fa in modo chiaro.
Il terzo motivo sta nella distinzione, posta da Orlando, nelle figure del segretario e del candidato premier. Questa scelta, inserita diversi anni fa in Statuto per motivi di opportunità, ha creato problemi non di poco conto. Bisogna operare una distinzione tra politica e amministrazione, tra governo e partito. Non ci può essere un appiattimento totale alle idee del leader unico.
VS: Se non potessi votare per Orlando per chi voteresti?
DR: Significherebbe che non potrei votare il 30 aprile. Seconde scelte, per me, non esistono. A forza di compromessi al ribasso ci stiamo accontentando della mediocrità. In ogni campo. Orlando è la scelta giusta come segretario del Partito Democratico.