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Ex colonie Enel, più appartamenti col progetto sul lungomare di Senigallia

L’assessore Cameruccio: «Nessun aumento di volumetrie o altezze degli edifici». Il capogruppo Pd Romano: «Arrampicata sugli specchi, piano d’area stravolto»

SENIGALLIA – L’area ex Enel sul lungomare Da Vinci torna al centro del dibattito politico cittadino. Dopo la seconda variante approvata recentemente che aumenta non le cubature ma il numero degli appartamenti a scapito della parte ricettiva prevista inizialmente, si riaccendono le polemiche per un progetto che ancora fatica a incrociare il benestare dei senigalliesi. A sollevarle una riflessione dell’amministrazione comunale a cui ha risposto il Partito Democratico.

La giunta Olivetti ha, tramite l’assessore all’urbanistica Gabriele Cameruccio, reso noto infatti che con la delibera numero 179 dell’8 agosto 2023 è stata adottata la seconda variante al Piano d’Area denominata ex Colonie Enel. Una variante che «non ha determinato né aumenti di volumetrie, né di ampiezze, né di altezze degli edifici, ma si è limitata ad incidere solo sulla destinazione turistico-ricettiva, prevista originariamente nella quota del 70% dell’edificato ed oggi ridotta a poco meno del 40% dello stesso – ha affermato Cameruccio -. La modifica in questione è stata resa possibile inglobando la capacità edificatoria di un’area sita in via Rieti, senza alcun ulteriore consumo di suolo ai fini edificatori e senza modificare le dimensioni degli edifici da costruire, rispetto a quelli previsti dalle precedenti amministrazioni».

L’aspetto positivo è questa modifica che rende ancora più remunerativo il progetto ideato dalla Iniziative Turistiche Senigallia Srl. Sia per l’impresa che per le casse comunali, in cui saranno versati 720.000 euro di contributo straordinario e altri 630.000 euro in opere pubbliche: in particolare il prolungamento della strada da via Rieti fino a via Grosseto, che così permetterà di prolungare via Rieti fino a dietro il nuovo edificato ed un parcheggio pubblico per circa 120 posti auto a servizio del lungomare Da Vinci.

Fin qui i fatti. Poi l’affondo politico. «Queste opere si aggiungono ovviamente a quelle già richieste dalle precedenti amministrazioni – aggiunge l’assessore Cameruccio. Rispetto al passato quello che cambia è che la nostra amministrazione ha richiesto, come previsto per legge, che la ditta costruttrice corrisponda gran parte degli importi in denaro piuttosto che in opere da realizzarsi intorno ai fabbricati, come accadeva in passato in tantissime aree che venivano edificate. Questi importi, accanto a quelli ottenuti dal costante ed incessante recupero dell’evasione e delle somme non versate da parte di privati, prima del nostro insediamento, a titolo di imposte locali, ci hanno permesso e ci permettono di poter portare avanti un piano di opere pubbliche necessarie per recuperare quel patrimonio comunale (strade, scuole, impianti sportivi e strutture per la messa in sicurezza del territorio)  lasciato nel completo abbandono negli ultimi decenni. Va infatti sottolineato come i tanti interventi, alcuni dei quali si stanno completando, non sono finanziati solo da PNNR, come qualcuno vorrebbe far intendere, ma soprattutto dalla nuova strategia di recupero di somme, che in precedenza non venivano raccolte. Ecco allora spiegato il motivo di tante polemiche, da parte di alcuni consiglieri oggi minoranza, che in passato amministravano la città, i quali tentano maldestramente di deviare l’attenzione da questo aspetto».

Non si è fatta attendere la replica del Partito Democratico che, tramite il capogruppo in consiglio Dario Romano, ha definito l’uscita dell’amministrazione comunale una «arrampicata sugli specchi con cui dribbla in maniera maldestra tutte le domande e i dubbi che ci sono sulla variante». Secondo i dem, il progetto originario è stato «completamente stravolto rispetto al piano d’area del 2018. Laddove era previsto un hotel e un piano di sviluppo ben preciso, ora vengono concessi 90 appartamenti. Tra l’altro diversi di questi saranno di soli 40 mq. Non una parola sulle assenze, al momento dell’adozione, del sindaco Olivetti e dell’assessora Campagnolo».

Altro nodo è la trasparenza politica più volte chiamata in causa dai consiglieri d’opposizione che lamentano scarsissimo coinvolgimento e ancora meno informazione sui grandi processi di sviluppo della città: «Non una parola sul fatto che, rispetto a una pratica così importante, ci sia stata una adozione ferragostana e, al di là di ciò che prevede la norma, alcuna discussione di approfondimento in consiglio o commissione consiliare, se non quella richiesta dall’opposizione di PD, DaF, Vivi Senigallia, Vola Senigallia». Da qui la promessa di dare battaglia in consiglio comunale: «Fortunatamente i cittadini senigalliesi non hanno l’anello al naso e si sono accorti della grandissima forzatura politica operata dall’amministrazione Olivetti. Una variante – conclude Romano – che approfondiremo in maniera puntuale su ogni singolo aspetto».

Fonte: Centro Pagina

Il Capogruppo PD Senigallia sui lavori pubblici annunciati dalla giunta Olivetti

Dario Romano: “Mancata programmazione, sulle ciclabili e sulla mobilità scelte senza visione, coraggio. Si cerca solo consenso”

Dopo aver letto gli annunci della giunta in merito ai lavori del prossimo autunno, è bene rimettere in fila alcune questioni per informare e coinvolgere la cittadinanza su alcune scelte.
Partendo dal tema delle piste ciclabili, possiamo vedere come quest’Amministrazione, con una scelta a dir poco discutibile, vorrebbe non far passare il tracciato sul lungomare Mameli. La Ciclovia Adriatica che non passa sull’Adriatico. Al di là del tema della sosta e dei parcheggi, condivisibile e da affrontare, in questo caso manca il coraggio delle scelte. Un lungomare con la pista ciclabile, riqualificato con fondi europei, sarebbe un grande elemento aggiunto in termini di vivibilità, sicurezza, qualità della vita. Invece cosa si fa? Si aggira il problema inventando tracciati alternativi, per non scontentare nessuno. O per scontentare tutti.

Lungomare Da Vinci: qui sono stati stanziati ben € 150.000 (!) per tornare al doppio senso nel tratto che va dal circolo Fratelli Bandiera fino al sottopasso delle ex colonie Enel. Oltre ad una scelta molto discutibile in termini di sicurezza (un doppio senso è molto più pericoloso di un senso unico) c’è da registrare che, in questo progetto, inserendo il doppio senso da lato monte si perderebbero circa il 40% di parcheggi, con un evidente danno per le attività commerciali della zona, salvo che questi non si recuperino in altre aree limitrofe.

Le priorità di quest’amministrazione sono quindi: 1.mobilità di camion, automobili, veicoli; 2.parcheggi; 3.mobilità ciclabile; 4.sicurezza di pedoni, ciclisti e utenti.

La sicurezza, com’è dimostrato ampiamente, viene all’ultimo posto. Il consenso viene al primissimo posto, d’altronde le valutazioni che sono messe in campo hanno questa impostazione. E’ necessario, invece, su scelte così importanti, guardare al futuro con coraggio, visione e condivisione con le associazioni di categoria e l’intera cittadinanza.

Forse era meglio continuare a “copiare” dal candidato Sindaco di Milano Parisi come già è stato fatto nelle linee programmatiche, a questo punto: qualche spunto utile sarebbe certamente venuto fuori.

Romano e Giuliani (PD) su stagione estiva e turismo: “A Senigallia ritardi e mancanze”

“Tempistiche inaccettabili, non c’è programmazione, rischiamo di perdere terreno rispetto alle altre città turistiche”

Se la stagione estiva fosse riassumibile in un’opera di manutenzione, le immagini più importanti che ci verrebbero in mente sarebbero quelle del verde non mantenuto e del ritardo nel risanamento dell’asfalto di Lungomare Mameli.

Nel primo caso, in seguito alle sollecitazioni del consigliere Beccaceci, abbiamo notato come l’amministrazione si sia resa conto di quanto sia in ritardo con la manutenzione di parchi, giardini, aiuole. Sappiamo già che la risposta sarà“è colpa di chi c’era prima, ci vuole del tempo”.

Purtroppo per loro non è più così, la giunta Olivetti è in carica da ottobre scorso e va bene, passi il Covid, ma è ora che l’amministrazione passi dalle parole ai fatti dimenticando il passato e guardando al presente e futuro.

Se si approva un bilancio a fine marzo invece di fine dicembre, gli impegni possono essere assunti solo successivamente: per noi si tratta quindi di mancata programmazione, fatto che abbiamo pubblicamente segnalato e denunciato ma le risposte ottenute non sono soddisfacenti non tanto per noi ma per la città.

Per quanto riguarda Lungomare Mameli, denunciamo politicamente il ritardo con la quale l’opera sta avanzando. I lavori dovevano essere terminati a inizio maggio, se andranno avanti così il tutto finirà forse per metà o addirittura fine giugno, nel bel mezzo della stagione turistica: un grave errore, sempre di programmazione, che poteva essere evitato se ci fosse attivati immediatamente. Gli operatori turistici, gli hotel, gli stabilimenti ringraziano sentitamente.

In passato la nostra forza sta nell’aver puntato molto sul turismo e sugli eventi. Purtroppo, anche su questo punto, abbiamo modo di conoscere le notizie soltanto dai giornali. Pertanto, abbiamo chiesto una convocazione immediata della Commissione Turismo per fare il punto sulla programmazione estiva e delle manifestazioni.

Inoltre stiamo cercando di capire come l’amministrazione intenda regolamentare il tema degli orari degli stabilimenti balneari e delle maggiori concessioni di spiaggia libera per gli stabilimenti adiacenti alla stessa: se venisse data la possibilità solo ad alcuni di ampliarsi, a differenza dell’anno scorso dove le regole e le possibilità erano uguali per tutti, ci sarebbe un notevole svantaggio per chi non ha la giusta ubicazione.

Per il resto, l’incertezza data dal covid piano piano si sta riducendo e quindi è inutile glissare ogni volta che chiediamo qualcosa sul futuro economico e turistico della nostra città. Sta all’Amministrazione programmare e organizzare in base a ciò che le leggi e le normative permettono.

Dario Romano, Ludovica Giuliani

Interrogazione a risposta scritta su pista ciclabile in Viale Anita Garibaldi

All’assessore ai lavori pubblici
P.c. al Presidente del Consiglio Comunale

Premesso che negli ultimi 20 anni sono stati implementati decine di km di percorsi ciclabili all’interno del Comune di Senigallia al fine di garantire sempre più una mobilità che sia da un lato sostenibile e rispettosa dell’ambiente, dall’altro che abbia al centro la sicurezza degli utenti;
Premesso che si è in attesa di vedere completato il progetto di Ciclovia Adriatica per quanto riguarda Lungomare Mameli (non più rinviabile) e il Lungomare Da Vinci in primis;
Premesso che, soprattutto per quanto riguarda le vie che interessano una viabilità cosiddetta di “quartiere” l’esistenza delle piste ciclabili sia un elemento fondamentale per aumentare la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti;
Premesso che pochi giorni fa è stato approvato in Giunta il progetto di fattibilità tecnico-economica per il risanamento conservativo di Viale Anita Garibaldi;
Premesso che passeranno ancora diversi mesi prima dell’approvazione del progetto a livello prima definitivo e poi esecutivo, quindi c’è tutto il tempo necessario di apportare migliorie al progetto;
Tutto ciò premesso si chiede all’assessore ai lavori pubblici:
– E’ in previsione l’inserimento, nelle nuove fasi di progettazione del risanamento di Viale Anita Garibaldi, di una pista ciclabile che possa così permettere a chi viene dalla zona del Campus in Via D’Aquino e Via Capanna di raggiungere Piazza Diaz –e quindi il lungomare- in piena sicurezza? Tale previsione dovrebbe contenere la pista ciclabile, la corsia per le automobili, i parcheggi per i residenti/attività;
Si richiede risposta scritta.

Dario Romano

Capogruppo consiliare Partito Democratico

La ciclovia Adriatica non proseguirà verso Marzocca, almeno per i prossimi due anni

In seguito all’interrogazione presentata a metà gennaio, è arrivata ieri la risposta dell’assessore Regine, inequivocabile vista la chiarezza messa in campo.

A domanda precisa sul prolungamento della Ciclovia Adriatica di Lungomare Da Vinci verso Marzocca, mi è stato risposto che il Comune ha chiesto alla Regione Marche la proroga dei termini per la fine dei lavori. Con questa proroga i lavori possono essere terminati entro il 31/12/2023. Perciò, per almeno due anni, se non tre, del prolungamento della pista ciclabile non se ne parlerà. La motivazione ufficiale? E’ presto detto, l’assessore afferma che si chiederà l’autorizzazione alla Regione Marche per utilizzare le risorse economiche, quasi 200.000 €, per il collegamento tra il ponte ciclabile sul Fiume Cesano e la viabilità ordinaria.

La domanda che sorge spontanea è: perché dirottare risorse già previste, con una fase di progettazione già presente, su qualcosa che è ancora in corso di progettazione dalla Regione Marche e che ha un orizzonte temporale molto più lungo mentre la Ciclovia verso Marzocca poteva essere realizzata immediatamente? Uno non esclude l’altro, è vero, ma le risorse per il collegamento dal Cesano alla viabilità ordinaria potrebbero essere comunque chieste alla Regione, poiché tra l’altro al Governo della stessa c’è anche il partito dell’assessore Regine (la Lega). Invece no, è molto meglio spostare risorse da una questione spinosa e che sarebbe difficile da affrontare da un punto di vista del consenso a una più semplice. Immobilismo, in una sola parola. Sulla futura Ciclovia adriatica verso Marzocca, infatti, i nostri amministratori dovrebbero scegliere se farla a senso unico, doppio senso, sacrificare parcheggi, mettere al primo posto la sicurezza. Sono tutte scelte che non producono consenso, a differenza di quelle ad alto impatto mediatico che magari non saranno mai realizzate (ve lo ricordate il doppio senso del Lungomare al Ciarnin?). Vigileremo attentamente su questo spostamento di risorse per fare in modo che non si perdano, perché questo è il vero rischio dell’immobilismo: perdere le opportunità di progresso e di sviluppo per la nostra città.

Interrogazione a risposta scritta su finanziamenti ciclovia adriatica

Premesso che il Corridoio Verde Adriatico o Ciclovia Adriatica è parte di un progetto europeo e nazionale che prevede diverse piste ciclabili all’interno del territorio italiano;
Premesso che a maggio 2020 è stato aperto il tratto di ciclovia riguardante Lungomare Da Vinci, fino al sottopasso di Marzocca (ex Clipper), per una lunghezza di più di 2 km;
Premesso che, tra le azioni della precedente amministrazione, l’obiettivo dell’ampliamento della rete ciclabile era uno dei cardini dell’azione di governo;
Premesso che, per ampliare e prolungare la ciclovia verso Marzocca (tratto Lungomare Italia), è previsto un co-finanziamento della Regione di € 180.000 a fronte di un impegno per le casse comunali di circa € 195.000;
Tutto ciò premesso si chiede all’assessore ai lavori pubblici:
– Quando è in previsione il prolungamento della ciclovia adriatica?
– I fondi regionali sono soggetti ad una scadenza, per il loro utilizzo?
– In merito alla sicurezza, che misure intende prendere l’amministrazione in merito all’eventuale prolungamento della ciclovia?
Si richiede risposta scritta.

Dario Romano Capogruppo consiliare Partito Democratico

Cambiare tutto per tornare indietro, che errore!

Il consiglio comunale prossimo si riunirà mercoledì 21 ottobre. Al Sindaco e alla Giunta, come già detto pubblicamente, rinnovo i miei auguri per un buon lavoro nell’interesse della città.

Rimango purtroppo basito, però, nel leggere interviste, interrogazioni e comunicati che non danno un’idea chiara del progetto che hanno in mente il Sindaco Olivetti e la sua coalizione di destra per la nostra Senigallia. Leggo, ad esempio, che il Sindaco (ma non esiste un assessore ai lavori pubblici e viabilità?), tra le sue priorità, ha disposto agli uffici di verificare la possibilità di ripristinare il doppio senso di marcia in Lungomare Da Vinci. Non sa il Sindaco, oppure non ha verificato, che l’eventuale ripristino del doppio senso (sempre se possibile, da verificare con nuovo codice della strada) equivarrebbe a togliere almeno il 30-40% di parcheggi dal lato monte? Un’operazione spot, gestita e ordinata politicamente da uno dei tanti comitati “contro” che è totalmente disorganica rispetto a una città turistica e aperta all’accoglienza come la nostra. Un’idea alternativa, a nostro avviso, potrebbe essere quella di dare disposizione agli uffici di verificare se esiste un luogo idoneo per un nuovo sottopassaggio in entrata/uscita da collocare in una zona strategica di quel tratto di lungomare, che possa essere di aiuto sia ai cittadini della zona sia alle attività e ai turisti. Un’interlocuzione con le FFSS e uno studio su questo tema sarebbero certamente più auspicabili piuttosto che tornare indietro in maniera a dir poco superficiale e azzardata. Lasciare il senso unico tenendo conto delle esigenze dei cittadini, invece, oltre che rendere la zona più sicura porrebbe Senigallia all’interno di quelle mete italiane ed europee che valorizzano le proprie infrastrutture al servizio dei turisti e dei residenti.