A Senigallia non piace il CaterRaduno condiviso con Pesaro e Cervia
Il capogruppo Pd Romano: «Perdiamo l’esclusività dell’evento, danno di immagine, mancata promozione nazionale e calo di presenze nocivo per l’economia cittadina»
SENIGALLIA – L’idea di dividere il CaterRaduno con altre due città non va giù a molti cittadini ed esponenti politici. Alla notizia che l’evento, da anni con sede fissa a Senigallia, diventi un tour itinerante, fa scattare immediatamente i dubbi che sia un addio “soft”. Tra questi il Pd che non perde l’occasione per attaccare la giunta comunale senigalliese a guida Olivetti.
«Partiamo dai fatti – dice Dario Romano, capogruppo in consiglio – la condivisione con Pesaro e Cervia ci indica che perdiamo l’esclusività dell’evento che da tempo caratterizza assieme al Summer Jamboree l’estate di Senigallia con eventi musicali, iniziative culturali ma soprattutto con la trasmissione di valori, come la sostenibilità ambientale, la giustizia sociale, l’accoglienza, in cui noi e questa città crediamo».
Sempre continuando ad esaminare i fatti, Romano spiega che «ci sarà un calo di presenze a Senigallia e anche un danno d’immagine legato alla mancata promozione della città», o per minor tempo, sui canali nazionali di Rai Radio 2. «Forse ancora non c’è contezza di ciò che sarà tra meno di un mese, ma il danno all’economia cittadina sarà evidente non solo agli albergatori e alla categoria della ricettività: anche tutto l’indotto ne soffrirà, compresi i negozi» che non potranno più fare affidamento sul gran numero di turisti che l’evento portava con sé.
Ma la critica si inserisce in un contesto politico in cui c’è poco dialogo e parecchia distanza tra le parti. «Questo fatto arriverà in commissione Turismo a babbo morto, come si suol dire – spiega ancora Romano – commissione da noi richiesta e non ancora svolta. Non si sa quali eventi caratterizzeranno l’estate nella nostra città, nessuno sa nulla di come procedano le trattative sul Summer Jamboree e ora questa doccia fredda di cui nessuno sapeva nulla. Altro che la giunta della trasparenza».
fonte: www.centropagina.it