Ponte Garibaldi, 8mila firme contro il progetto

A Senigallia, una petizione con 8mila firme si oppone alla costruzione del Ponte Garibaldi, criticando l’impatto sulla viabilità e la sicurezza della città. Il progetto definitivo è atteso entro ottobre, con la consegna prevista per giugno 2025.

A Senigallia, una petizione con 8mila firme si oppone alla costruzione del Ponte Garibaldi, criticando l’impatto sulla viabilità e la sicurezza della città. Il progetto definitivo è atteso entro ottobre, con la consegna prevista per giugno 2025.

Ponte Garibaldi, petizione da 8mila firme. “Per il Ponte Garibaldi non vi è un fattore estetico, ma anche di funzionalità e viabilità. È un errore colossale costruire un ponte che potrebbe andare bene per un’uscita autostradale. Dai disegni visti finora, infatti, i senigalliesi non hanno potuto vedere le rampe di accesso e di discesa, che saranno alte parecchi metri. Una ulteriore distesa di asfalto, un vero e proprio muro che ingesserà la viabilità, soprattutto sul lato di Via Rossini – spiega Dario Romano, capogruppo Pd – Ci potevano essere altre soluzioni messe in campo, e non è assolutamente vero che i senigalliesi si stanno abituando all’idea di questo ponte. Sono quasi 8000 le firme, infatti, della petizione contro la costruzione del nuovo Ponte Garibaldi. Forzare la mano su una soluzione simile, infatti, è un errore enorme, tenendo conto che ci sono anche il Ponte Portone, Ponte degli Angeli, Ponte della Statale e della Ferrovia che hanno gli stessi identici problemi. Non possiamo fare 4 ponti a brugola, bisogna risolvere il problema con una soluzione organica che tenga in piedi la sicurezza e la visibilità. Se blocchiamo la viabilità, blocchiamo la città”. I tempi previsti sono quelli di fine ottobre, per la consegna del progetto definitivo e giugno 2025, senza intoppi, per la consegna del ponte alla città.

Fonte Il resto del Carlino

Dario Romano: “Ora per i consiglieri Liverani e Da Ros resta solo la strada delle dimissioni”

Dario Romano: “Ora per i consiglieri Liverani e Da Ros resta solo la strada delle dimissioni”

SENIGALLIA – Siamo venuti a conoscenza delle motivazioni della sentenza d’appello che condanna i consiglieri Da Ros e Liverani per diffamazione nei confronti della ex militante della Lega, Michela Silvestrini. Tra l’altro, come dichiarato dall’avvocato della persona offesa, sono stati anche pignorati i gettoni di presenza degli stessi consiglieri per risarcire la vittima. Si tratta di una vicenda estremamente delicata e, in attesa dell’eventuale terzo grado, non possiamo che sottolineare la gravità che una tale sentenza assumerebbe se fosse confermata. Lasciamo, come è giusto che sia, che la giustizia segua il suo corso e gli organi preposti facciano piena luce sui fatti. Alla vittima va la nostra piena solidarietà per quanto avvenuto.

Tuttavia, il dato politico è già fin troppo chiaro. La vicenda, citando le motivazioni della sentenza, è tutta politica, in quanto i due consiglieri hanno “voluto screditare la Silvestrini anche alla luce dei loro pregressi rapporti politici”. La condanna in appello rappresenta un colpo pesante alla credibilità di Fratelli d’Italia e dell’intera maggioranza, che continua a dimostrare imbarazzi a ripetizione. In un’amministrazione già segnata da gaffes clamorose, come quelle del vicesindaco Pizzi sul Covid, delle luci di Natale all’interno dell’alveo del Misa o dello stesso consigliere Liverani -con le infelici battute sul ddl Zan e quella sull’acqua e sul vino post allerta meteo-, appare evidente che questa condanna mina ulteriormente la capacità di governo della destra asfaltatrice. Diventa, così, ancora più assurdo, leggere la richiesta di dimissioni, da parte di Liverani, del consigliere Piazzai, cui va la mia piena stima e solidarietà per un attacco politico violento e sconclusionato.

Chiediamo pertanto un gesto di responsabilità -il primo da 4 anni a oggi- da parte dei consiglieri coinvolti: le dimissioni. Non possiamo permettere che Senigallia continui a essere guidata da figure che imbarazzano la città e la sua storia.

Siamo convinti che i cittadini meritino una rappresentanza seria e competente, e non chi persevera in atteggiamenti inaccettabili. Il sindaco Olivetti ha il dovere di fare chiarezza – visto che ha delegato lo stesso Liverani al cerimoniale – e, se davvero ha a cuore la trasparenza e l’integrità della politica cittadina, non può più nascondersi dietro frasi di circostanza. Senigallia merita decisamente di meglio.

*Capogruppo Partito Democratico – Senigallia

“Amministrazione Olivetti di Senigallia: assente, spaccata e senza risposte”

“Orto Verde, Antenna del Cavallo, sindaco assente: e le dimissioni della consigliera Tomassoni ciliegina sulla torta”
Ultimo consiglio comunale, stesso copione. L’amministrazione Olivetti, ormai specializzata nel non rispondere, ha dato l’ennesima dimostrazione di quanto sia traballante e priva di una visione chiara. Il tema del giorno? La variante O.R.T.O. Verde.
L’assessore Cameruccio, quasi impalpabile nella sua esposizione e nei suoi quattro anni di assessorato all’urbanistica -ancora nessun atto di programmazione urbanistica è stato affrontato in questo mandato-, ha aggiunto confusione a una pratica che, seppur complessa, doveva essere affrontata in tempi più rapidi,  coinvolgendo da subito la commissione urbanistica per approfondire aspetti che il nostro gruppo di opposizione ha già esaminato ed approfondito da tempo. Avremmo dato il nostro contributo e raggiunto il risultato in tempi più brevi. Ma l’assessore Cameruccio, evidentemente, non è troppo interessato a questo tipo di investimenti. Per non parlare del sindaco che ha dato sfoggio di un’improbabile arrampicata sugli specchi, cercando di giustificare l’ingiustificabile.
Per fortuna, almeno, la variante è stata approvata.
L’unanimità con cui è passata dimostra che anche la maggioranza si è resa conto, dopo mesi di ritardi, dell’importanza economica e ambientale di questo progetto, oltre che delle ricadute lavorative.
Le note dolenti, però, non finiscono qui. Parliamo della mozione del Presidente Bello sulla base (non hub!) Ryanair a Falconara. Scritta male, discussa peggio, probabilmente nata più dal chiacchiericcio mediatico che da un’analisi seria o da qualche atto concreto. Non sorprende che la maggioranza si sia divisa su questa vicenda, compresa FdI, preferendo rinviare tutto in commissione su proposta della consigliera Bomprezzi. E come dimenticare il caso dell’antenna al Cavallo? Un’altra vicenda in cui l’amministrazione ha brillato per la sua assenza, puntualmente sbugiardata dal Comitato stesso.  
La ciliegina sulla torta è arrivata con le dimissioni di oggi della consigliera Tomassoni, andata via con amarezza dopo essere stata “scavalcata” da Olivetti, che le ha preferito invece l’assessora Romagnoli senza considerare le sue proposte e la sua competenza in materia di turismo. Questi segnali sono l’ulteriore ed ennesima prova di una maggioranza sempre più divisa e spaccata su tutto.
Insomma, Olivetti e la sua giunta stanno andando avanti per inerzia, con l’unico obiettivo di arrivare faticosamente a fine mandato per poi riproporsi con chissà quale formula.
Spetta a noi, centrosinistra e forze civiche, metterci in gioco con un progetto ambizioso e innovativo. Puntiamo su una Senigallia che sappia essere coraggiosa sui temi, coniugando rinnovamento generazionale e inclusività, per dare alla città il futuro che merita.

Senigallia, Comitato e centrosinistra di pari passo contro l’antenna del Cavallo e contro il sindaco

Mentre i cittadini chiedono a Olivetti di metterci la faccia, il capogruppo dem accusa in consiglio comunale il primo cittadino di essere responsabile politico della situazione che si è creata

SENIGALLIA – Nuova interrogazione consiliare da parte del Partito Democratico sul tema dell’antenna del Cavallo. È stata presentata dal capogruppo dem Dario Romano il quale ha chiesto conto al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti dell’atteggiamento politico di lasciare che la vicenda si risolvesse al Tar. Davanti al tribunale amministrativo regionale sono infatti dovuti ricorrere i cittadini residenti nella zona collinare senigalliese, che si sono visti piombare un palo alto trenta metri su uno dei più bei prospetti paesaggistici della città. Nonostante una risposta del primo cittadino che puntava a fare chiarezza circa l’atteggiamento di sindaco e giunta, dai dem è emersa la delusione proprio perché l’amministrazione Olivetti non avrebbe affrontato di petto la questione.

«È una situazione che poteva essere evitata – ha detto in consiglio comunale Dario Romano – e la politica ha latitato. Il suo invito a ricorrere al Tar non va nella giusta direzione, non è quello che è stato promesso in campagna elettorale; “un’amministrazione attenta al dialogo e ai cittadini” non si rivolge così a dei cittadini che non sono negazionisti tecnologici». Poi la domanda centrale: «C’è la volontà dell’amministrazione di tornare sui propri passi? Perché qualcosa non ha funzionato dal punto di vista politico».

La vicenda dell’antenna installata da Tim e Inwit è stata poi ricostruita dal sindaco Olivetti che ha ribadito innanzitutto: «l’autorizzazione non è stata concessa con alcun atto autorizzativo dagli organi rappresentativi della città, chi amministra la città ha solo indirizzo politico  e di controllo». Cioè sindaco e giunta non potrebbero bloccare procedimenti autorizzativi che fanno capo agli uffici amministrativi non di nomina politica. E ancora: «Durante un incontro con il comitato, ho ribadito che questa autorizzazione non è passata davanti al sindaco, né alla giunta né al consiglio comunale, ma c’è stata solo una valutazione degli organi tecnici».

Anche la possibiità di agire in autotutela è stata scrtata dal sindaco perché ha ricordato che «può essere esercitata solo dal soggetto che ha emesso l’atto, quindi non il sindaco né la giunta né il consiglio comunale, ma il Suap che si occupa anche di urbanistica». A questo punto, il sindaco ha invitato il comitato a rivolgersi all’ufficio di competenza, che ha però confermato la sua posizione. «Io non li ho invitati a fare ricorso, ma poiché il loro legale si era detto convinto che l’atto fosse inficiato e che avesse dei vizi, l’unica opportunità per legge era il ricorso al Tar. Avevo annunciato che il comune non si sarebbe costituito in giudizio ed è stato confermato». Secondo Olivetti, la non costituzione in giudizio sarebbe chiaramente la presa di posizione di sindaco e giunta: «Se avessimo fatto una contrapposizione avrebbero potuto dire che eravamo contro le ragioni del comitato».

Ora dunque la vicenda si sposta dall’aula consiliare e dagli uffici amministrativi – oltre che dai giornali – al tribunale amministrativo regionale. Qui, spiega il “comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio”, «nessuno si è costituito presso il TAR per difendere le ragioni del provvedimento che ha permesso la costruzione del traliccio di 30 metri sul crinale della collina del Cavallo, uno dei più suggestivi paesaggi del nostro territorio. Non la TIM né la INWIT, le due società che hanno chiesto la realizzazione dell’opera, né il Comune di Senigallia, che quell’opera l’ha concessa senza eccepire alcunché, tenendo peraltro all’oscuro i cittadini, che si sono trovati di fronte al fatto compiuto».

Di fatto, i cittadini riuniti in comitato attaccano il comune a guida Olivetti per aver «gestito malissimo la vicenda» e per averli «lasciati soli», senza peraltro «metterci la faccia per difendere le proprie scelte» in tribunale; sulla stessa lunghezza d’onda l’intero asse di centrosinistra con il capogruppo del Partito Demcoratico che contesta al sindaco la «responsabilità politica» di aver predisposto così la macchina amministrativa e soprattutto «di rimanere nel limbo, di non prendere decisioni: la scelta di non costituirsi in giudizio è perfettamente coerente con quanto fatto in questi quattro anni. La sua risposta è deludente, conferma la non volontà di affrontare il tema».

di Carlo Leone

fonte Centro Pagina

Romano: “Ospedale di Senigallia: promesse disattese e silenzi assordanti. L’assessore Saltamartini e Olivetti tacciono e il territorio soffre”

La situazione del nostro ospedale non solo resta critica, ma si sta aggravando di giorno in giorno. Era proprio l’attuale sindaco Olivetti a presiedere il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Senigallia, e allora la voce era forte e chiara.

Oggi, invece, la nuova palazzina del Pronto Soccorso non ha ancora visto la posa di un mattone, né tantomeno sono iniziati i lavori tanto promessi. Tutto tace, mentre la scadenza fissata per la realizzazione è ormai dietro l’angolo. Che sia forse colpa del taglio di qualche albero, pratica alla quale ci ha abituato questa amministrazione?!

Ma non finisce qui. Proprio in questi giorni, i sindacati hanno nuovamente denunciato il totale abbandono da parte della Regione e del sindaco Olivetti. Manca il personale, le liste d’attesa sono infinite, e l’ospedale di comunità – altro punto chiave – è scomparso dai radar, nonostante la proposta del commissario della Fondazione Città di Senigallia, nominato dalla stessa giunta regionale di centrodestra. Ad oggi non è stato stanziato nemmeno un euro per il nostro ospedale di comunità, ignorando completamente le caratteristiche di una città come Senigallia. Molto più semplice promettere ospedali a destra e a manca, senza spiegare poi ai cittadini marchigiani che non ci sarà il personale per farli funzionare. Una tempesta perfetta che rischia di portare al commissariamento della sanità nel giro di pochi anni, e tutto per meri calcoli elettorali. L’assessore Saltamartini e il sindaco Olivetti continuano a fare orecchie da mercante, ignorando appelli e richieste di comitati, sindacati e partiti, lasciando il nostro territorio in una condizione di abbandono totale.

Eppure, dal post Covid, disponiamo di risorse provenienti dal PNRR per decine di milioni di euro che dovevano servire proprio a rilanciare la nostra sanità. Dove sono finiti questi fondi? Dove sono finite le risposte che la cittadinanza attende da troppo tempo? Come opposizione consiliare non possiamo più accettare questi silenzi. La nostra sanità merita rispetto, i nostri cittadini meritano risposte e azioni concrete, non le solite promesse vuote. Invitiamo il sindaco a tornare a fare il suo dovere, come chiedeva quando era dall’altra parte della barricata. I senigalliesi non possono più aspettare.

Dario Romano al sindaco di Senigallia: “Ecco tutta la verità sul Pnrr e sugli investimenti”

SENIGALLIA – L’ironia, spesso, se accompagnata alla realtà dei fatti, può essere un ottimo strumento per raccontare una storia. Non è questo il caso, però: la replica del sindaco alle critiche esposte non è infatti affatto ironica ma piccata, parziale e politicamente omissiva.

Senza entrare nel merito della provenienza dei fondi e dei progetti, il primo cittadino si è limitato a fare il solito elementare elenco delle attività svolte in questi 4 anni.

Quindi, per il nostro analogico sindaco, troppo spesso assorto sul suo taccuino e poco attento agli interventi dei consiglieri comunali, è giusto ricordare che gli interventi da lui scolasticamente elencati rientrano nei circa 25 milioni di euro del PNRR per la nostra città, di cui quasi 20 milioni finanziati dall’Europa tanto denigrata dai partiti a sostegno della sua amministrazione.

Queste sole risorse hanno permesso di liberare altri spazi per ulteriori interventi e manutenzioni: a questo propizio contesto bisogna aggiungere l’assenza del patto di stabilità negli anni della sua amministrazione, che ha generato ulteriori risorse disponibili, non di certo per merito di Olivetti.

Entrando nel merito dei progetti: ci sono asili nido, impianti sportivi, strade, opere strutturali, scuole tra cui la nuova Marchetti che, come in altri casi, nasce da un percorso disegnato dall’amministrazione Mangialardi.

Come la Marchetti, moltissimi progetti nascono dalle passate amministrazioni, altri dalle progettazioni degli uffici, le vere persone da ringraziare.

Non una indicazione o una visione dall’amministrazione comunale, capace di rivendicare sfacciatamente la pedonalizzazione di Lungomare Marconi e, contemporaneamente, investire 700.000 euro per comprare l’ex IAT a 20 metri e farci un parcheggio dove affogare tutto il traffico veicolare. Un esempio della incoerenza politica e della mancanza di visione, oltre che di un futuro senza idee.

Sulla lotta all’evasione torneremo nei prossimi giorni, per ristabilire la verità attraverso i fatti e le delibere, così come sulla provenienza dei tanti progetti in campo. L’ambiguità politica del sindaco, invece, è la stessa che lo contraddistinse nell’azione amministrativa a Ostra e che lo condusse all’opposizione. Metta a posto il taccuino, sindaco, e inizi a progettare assieme ai suoi assessori il futuro della città.

*Capogruppo Partito Democratico – Senigallia

No alla festa dell’Unità, il Pd contro il sindaco

Il Partito Democratico non potrà organizzare la festa a luglio nei giardini Morandi di Senigallia, a causa di altri eventi in Piazzale della Libertà. La decisione ha scatenato polemiche tra i rappresentanti locali e regionali del PD.

Il Partito Democratico non potrà organizzare la sua festa nel mese di luglio, un’iniziativa da anni proposta nei giardini Morandi, a due passi dalla stazione. Stavolta sarà diverso, la richiesta non è accoglibile vista la presenza, concomitante, di altri eventi in Piazzale della Libertà nello stesso periodo. Ciò creerebbe inoltre disagio al flusso pedonale ed al traffico veicolare vista la vicinanza con la Rotonda, uno dei luoghi più frequentati della città nel periodo estivo. Motivazioni che ai rappresentanti del Partito Democratico di Senigallia e del PD Federazione provinciale di Ancona proprio non vanno giù.

Contrarietà immediatamente manifestata anche dai vertici regionali del PD come si evince dalle parole di Chantal Bomprezzi. “Il doppio diniego da parte del sindaco di Senigallia, per l’occupazione del suolo pubblico in vista della festa dell’Unità regionale e provinciale e per l’evento sulla sicurezza del fiume Misa, non può essere ignorato – dice Chantal Bomprezzi Segretaria del PD Marche -. Serve una mobilitazione democratica”. Alla Bomprezzi fa eco Dario Romano che nella giornata di sabato aveva attaccato il sindaco Massimo Olivetti per la mancata concessione del suolo pubblico per l’evento a favore della messa in sicurezza del fiume. “Un sindaco che si arroga il diritto di interpretare le norme in questo modo è davvero preoccupante. La festa del Pd, proposta nello stesso luogo e nello stesso periodo come ogni anno, creerebbe problemi per via della concomitanza con altri eventi. Quindi cosa ci dice il sindaco del raduno delle Harley Davidson, proprio nei giorni delle elezioni europee? La realtà è che politicamente questo sindaco non ha nulla di moderato e civico, come ha fatto credere ai senigalliesi che lo hanno votato. Non staremo fermi e zitti, non di fronte a questi soprusi”.

Nicolo Scocchera

Dario Romano: “Ancora aumenti per la Tari alle famiglie. Ecco perché non volevano farci studiare i documenti”

SENIGALLIA – Dopo aver visto i primi documenti, tra le 350 pagine mandate ai consiglieri comunali nei giorni scorsi da studiare in fretta e furia, siamo andati a vedere le pratiche relative alla TARI. Come ha ricordato il consigliere Pergolesi in commissione, accogliamo positivamente la proposta di modifica del regolamento TARI che aumenterà leggermente gli sgravi per le utenze domestiche con un determinato ISEE -per coloro che ne faranno richiesta, non in automatico, questo aspetto deve essere chiaro-. Era qualcosa che avevamo intenzione di proporre, come fatto con l’aumento della fascia di esenzione IRPEF (bocciato dalla maggioranza a dicembre scorso), ma in questo caso siamo soddisfatti che siano state recepite le nostre istanze, proposte da tempo.
C’è un “però”, che è stato accuratamente passato in secondo piano dall’amministrazione Olivetti: non viene detto, infatti, che in realtà le tariffe, per le famiglie, dall’anno 2023 al 2024, subiranno un cospicuo aumento. Parliamo di, all’incirca, un 10% in più per la parte fissa, a cui va aggiunto un +5% nella parte variabile.
Ciò vuol dire che una famiglia di 3 componenti, per 80 mq di appartamento, che nel 2023 pagava poco più di 190 euro di TARI, dal 2024 pagherà quasi 210 euro. Un aumento, di fatto, di quasi il 10%, al netto di future domande per ottenere sgravi in base all’ISEE.
Quindi, al di là dei roboanti annunci fatti a senso unico sui giornali dal sindaco, senza aver dato la possibilità ai consiglieri comunali di poter approfondire le pratiche, il risultato è sempre quello: la destra delle tasse -in questo caso tariffe- colpisce ancora.

Dario Romano

*Capogruppo Partito democratico – Senigallia

“Comunicato istituzionale o di maggioranza? Ponte Garibaldi: ecco come stanno le cose”

Barocci e Romano (PD Senigallia): “Nessuna strumentalizzazione: questi sono i fatti. Cittadini stanchi: ora mobilitazione pubblica”

Abbiamo letto, con stupore, l’attacco politico frontale, firmato dal “Comune di Senigallia”, nei confronti dei consiglieri di opposizione e del segretario locale del PD.

Una situazione quantomeno inusuale, dove un ente pubblico, attraverso un mezzo di comunicazione, si permette di etichettare come “strumentalizzazioni” i giusti rilievi posti dall’opposizione e dal segretario del Partito Democratico, oltre che da diversi professionisti e associazioni del territorio, in merito ai ponti cittadini (in particolare ponte Garibaldi).

Le strumentalizzazioni di cui il Comune parla – a proposito, chi ha scritto e firmato quel comunicato? Il sindaco Olivetti? L’ente? Chi? – sono semplicemente dei fatti:
– non è stata l’opposizione ad annunciare in pompa magna che a inizio febbraio il progetto del ponte sarebbe stato pronto, ma il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il rilancio mediatico della Lega (con l’assessora comunale-segretario provinciale in testa);
– non è stata l’opposizione ad annunciare diverse tipologie di progetto, ubicazioni, strumenti e tempistiche, giorno dopo giorno, mese dopo mese;
– non è stata l’opposizione a far abbattere il vecchio Ponte Garibaldi e richiedere l’installazione del Ponte del Fiaton, salvo poi accorgersi che una gru di diverse tonnellate poteva stazionare sul vecchio Ponte;
– non è stata l’opposizione a “disertare” la commissione sui ponti e sulle vasche d’espansione, richiesta 3 mesi prima dall’opposizione, con la presenza del commissario Acquaroli e del vice commissario Babini;

Aspettiamo il prossimo comunicato del “Comune di Senigallia”, ma questi sono i fatti. I senigalliesi si sono stancati, però. Servirà una grande mobilitazione pubblica, nelle prossime settimane, per far aprire gli occhi a chi governa, in primis la Regione ma anche il Comune, che a questo punto o è totalmente assente da questa partita oppure è politicamente d’accordo con quanto sta avvenendo.

Massimo Barocci
Segretario PD

Dario Romano
Capogruppo PD

Orto Verde, contributo a rischio e investimento in stallo. Cosa rischia Senigallia?

Dopo l’annuncio di un finanziamento milionario da Pnrr, il maxi progetto per un magazzino di surgelati a Cesano potrebbe saltare e determinare la chiusura dell’impianto

SENIGALLIA – Uno dei più grandi investimenti economici per quanto riguarda il tessuto economico, imprenditoriale e occupazionale senigalliese e regionale è a rischio. Parliamo dei 21 milioni che l’azienda Orto Verde di Senigallia aveva intenzione di riversare sulla frazione nord della spiaggia di velluto per la realizzazione di una enorme centrale frigorifera necessaria all’azienda. Il progetto – che prevede anche un finanziamento ministeriale per 8 milioni di euro – è però in bilico per il parere negativo del Suap senigalliese in base a quanto preannunciato dalla Soprintendenza per tutelare il paesaggio.

La questione è complessa, sia per i vari enti che entrano in gioco, sia per le importanti ricadute economiche e occupazionali. A illustrarla ci hanno pensato dall’azienda Orto Verde, durante una conferenza stampa in cui hanno ripercorso la vicenda e presentato i rischi che lo stop burocratico comporterebbe. Nel 2017 partì un progetto per la realizzazione al Cesano – lontano dal mare ma a ridosso dell’autostrada – di un grosso magazzino alto 30 metri per oltre 3500 mq, necessario per lo stoccaggio di verdure e prodotti surgelati: era stato richiesto l’ok da parte dello Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap); da lì la questione era passata in commissione consiliare senigalliese, con il disco verde tra 2018 e 2019. Il progetto era stato poi presentato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino (Sabap) per la valutazione paesaggistica e poi al ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ottenendo recentemente dal Masaf, grazie ai fondi Pnrr, il contributo di ben 8 milioni e 771 mila euro su 21 totali previsti.

Contributo che però rischia di saltare perché la maxi cella frigorifera è troppo alta e impattante secondo la Soprintendenza, parere che ha fatto infuriare i vertici aziendali considerato che anche in zone prossime al mare si possono costruire palazzoni da diversi piani. La comunicazione preventiva sul diniego autorizzativo è stata fatta dal Suap e l’azienda non ha perso tempo, rendendo nota la questione. Di più, Orto Verde ha di fatto paventato gravi conseguenze per il sito produttivo di Cesano, tra i più importanti in Italia per le verdure surgelate: se la burocrazia fermerà lo sviluppo aziendale, il sito piano piano chiuderà. «Al momento c’è stato comunicato il preavviso di diniego da parte del Suap del Comune, in base al parere della Soprintendenza – ha dichiarato il presidente Giampaolo Pettinari – ma rinunciando all’investimento, perderemo i fondi Pnrr, con un danno gravissimo sulle prospettive future. Saremo costretti a ridimensionare e questo stabilimento, piano piano, andrà a spegnersi. Ulteriori investimenti li faremo, guardando altre realtà, mentre Senigallia andrà a chiudere. Pare che interessi molto poco a livello pubblico. Chiediamo collaborazione ma, a parte qualche ente, non c’è disponibilità».

Uno scenario che tanti vorrebbero evitare. L’azienda trasforma e commercializza annualmente circa 40 milioni di chili tra piselli, fagioli, fagiolini, spinaci, cicorie e spezie da Marche, Umbria e Abruzzo, ma dà soprattutto lavoro a oltre 200 addetti con circa 50 milioni di fatturato. Attualmente i prodotti che non possono essere stoccati in zona vengono spediti altrove, poi riportati a Senigallia per la lavorazione e infine spediti al cliente finale. Un giro di trasporti e camion che, oltre a essere impattante per l’ambiente, è anche un enorme costo per l’Orto Verde che chiede di immagazzinarli vicino alla propria sede, lungo Strada della Bruciata. Altri posti disponibili non ve ne sono.

Subito la politica si sta interessando della vicenda. Dal Partito Democratico il capogruppo Dario Romano chiede che venga fatta «chiarezza su quali vincoli burocratici impediscano la realizzazione di quest’opera e capire se e come questi ostacoli possano essere superati. La politica e l’amministrazione pubblica devono lavorare per agevolare un investimento di tale portata, che porterebbe benefici in termini di crescita economica al nostro territorio». Poi la stoccata all’amministrazione Olivetti, colpevole secondo Romano di non essere stata finora così reattiva come invece ha dimostrato di poter essere quando si parla di investimenti immobiliari. «Ci auguriamo che la stessa proattività si ripeta in questo caso, a maggior ragione visto che l’obiettivo non è quello di una rendita immobiliare ma la salvaguardia, il potenziamento di posti di lavoro, diretti e indiretti, e il sostegno del tessuto economico di Senigallia».

di Carlo Leone

Fonte: Centro Pagina